Kos 2005 – Recensione conclusiva

Si è svolto con successo a Kos la 2nd International Conference on Hazards and modern Heritage, nei giorni 2-3-4 Ottobre 2005, promosso dal Centro Intrnazionale per la Conservazionedel patrimonio Architettonico (CICOP-Italia).

Immagine del 2° Congresso H&mH, Kos 2005.

2° Congresso H&mH, Kos 2005.

IL Congresso è stato patrocinato da prestigiosi organismi istituzionali Greci e stranieri, tra cui il Cultural Heritage Center dell’UNESCO, la Prefetturadel Dodecaneso, l’Istituto per gli Studi Archeologici dell’Egeo del Ministero della Cultura Greco, le Università dell’Egeo (sezione del Dodecaneso), di Firenze, di Napoli Federico II,  l’Ordine degli Architetti ed Ingegneri del Dodecaneso e il CICOP Grecia, con sede presso l’Aristotelion University of Thessaloniki.

Al congresso hanno preso parte studiosi provenienti dai seguenti paesi: Grecia, Slovenia, Tourchia, Repubblica Ceca, Romania, Belgio, Inghilterra, Syria, Spagna, Brasilia, Uruguay, Italia, Egytto, Bosnia.

L’ inaugurazione  del congresso è stata fatta dal Sindaco di Kos, Dr Miltiadis Fakkos. Hanno salutato  i presenti durante la cerimonia di apertura il presidente della Federazione CICOP, Prof. Arch. Miguel Angel Matràn, docente dell’Università di Tenerife (Spagna), la vice presidente della Federazione e presidente della sezione italiana CICOP, Prof.ssa Arch. Nina Avramidou, la direttrice dell’Istituto degli Studi archeologici dell’Egeo del Ministero della Cultura Greco, archeologo Aghelikì Gianikourì, la preside dell’ Università dell’ Egeo in Dodecaneso (settore pedagogia) Dott.ssa  Hrisì Vitsilakì, il presidente dell’ Ordine degli architetti e ingegneri del Dodecaneso, Arch. Panagiotis Veneris e il Consigliere Regionale del Dodecaneso Maria Toulanda – Parissidou, che ha letto il caloroso saluto del Prefetto  ai presenti, in cui  si lodava l’iniziativa culturale volta alla salvaguardia del patrimonio culturale ed in particolare del patrimonio edificato.

I saluti inaugurali del Direttore del Cultural Heritage Center dell’UNESCO Arch. Francesco Bandarin e quello del Direttore generale dell’ UNESCO dott. Koïchiro  Matsura (testi riportati interamente sul sito internet del CICOP) e negli atti congressuali del 1° (che si è svolto a Rodi nel 2002) e del 2° Congresso H&mH, rimarcavano come iniziative di questo tipo sono in linea con le attività più recenti e quelle programmate dall’UNESCO per la salvaguardia del patrimonio architettonico moderno ed in particolare quello coloniale (partagé) e si auguravano che il CICOP prosegua le sue attività in questa direzione collaborando strettamente con l’UNESCO.

I temi trattati riguardavano essenzialmente: Le calamità naturali, I rischi  derivanti da azioni umane, Le tecniche di valutazione e gestione dei rischi, Le tecniche  di recupero del degrado/danno, La conoscenza e sensibilizzazione dell’utenza verso il valore sociale del patrimonio culturale, Il patrimonio architettonico  (partagé) nel mondo, Il patrimonio culturale intangibile, L’ archeologia degli architetti del 20° secolo, La protezione e il recupero dei luoghi archeologici.

Particolare successo ha riscosso il tema riguardante gli sforzi degli studiosi per la protezione e valorizzazione del patrimonio archeologico che ha visto una massiccia partecipazione da molte città  greche, Atene, Salonicco, Patrasso, Kreta, Rodi, Kos, ed anche Italiane, nonché dai paesi del medioriente (Turchia, Siria ). Alle suddette esposizioni erano presenti il Ministro dell’ Egeo, Aristotele Pavlidis e i Sindaci dei comuni di Kos.

I lavori di protezione eseguiti nella necropoli dell’ Antica Elefterna, distinti per la discrezione operativa ed il rispetto dei siti archeologici, sono stati presentati dettagliatamente dal Prof. Nikos Stampolidis, Professore nell’ Università di Kreta e  direttore del museo dell’ Arte Cicladica di Atene.

L’esposizione della dott.  Aggelikì Giannikourì, direttrice dell’ Istituto Archeologico dell’ Egeo, ha evidenziato con chiarezza la ricchezza del patrimonio archeologico dell’ isola di Kos e gli sforzi volti alla sua rivalorizzazione e protezione, sforzi programmati con cura a medio e lungo termine.

Tutte le conflittualità emergenti in seguito ad interventi realizzabili in zone archeologiche, come la per la ricostruzione dell’antica Via Egnatia, (in corso di esecuzione da alcuni anni) sono stati esposti in dettaglio dal Prof. Ing. Georgios Penelis dell’ Università Aristoteleion  di Salonicco, responsabile di questo progetto.

Le problematiche connesse a questo importante tema, divengono drammatiche in paesi come la Syriacon scarsità di fondi per iniziative di protezione del vastissimo patrimonio archeologico, com’è stato esposto dal Presidente del CICOP-Syria Prof. Arch. Nuhad Abdallah, Direttore della Facoltà di Architettura e Urbanistica dell’ Università di Tishreen, che vede nella collaborazione con l’EU una concreta prospettiva  d’intervento.

Sono stati trattati a fondo temi che riguardano le problematiche cimiteriali di complessi monumentali insigni, come quelli del 1° Cimitero Monumentale di Atene, esposti dagli Architetti Maria Daniil e Giorgio Poulimeno, cimitero che  oggi è divenuto un vero e proprio museo all’aperto;  l’ottocentesco Cimitero Monumentale di S. Cataldo a Modena,  attorno alle cui vicissitudini progettuali e realizzative, durate quasi tre secoli, si è sviluppato il dibattito internazionale sull’architettura dei cimiteri, è stato  presentato dalla Prof.ssa Arch. Nina Avramidou, docente presso la facoltà di Architettura di Firenze.

Oltre alle varie ed interessanti esposizioni riguardanti le tecnologie più innovative  impiegate nel restauro e nella manutenzione del patrimonio architettonico, ha suscitato grande interesse l’impiego dell’informatica per la ricostruzione della memoria e forse, si spera, per l’anastilosi di monumenti insigni, come ad es. il famoso Faro di Alessandria d’Egitto, presentato dal Dr Mohamed Awad, Direttore del centro ricerche della Biblioteca di Alessandria.

Diverse comunicazioni hanno trattato le questioni dei rischi cui sono soggette le architetture del 20° secolo a causa dei terremoti, tra le quali l’esauriente presentazione dell’ Ing.  Panagiotis Plainis (TEE, GR), dal titolo: ‘‘Lezioni dal terremoto di Parnitha (Atene) del 1999’’.

In due sezioni tecniche speciali sono stati trattati “L’architettura coloniale italiana in Dodecaneso” e il  “Patrimonio Culturale Intangibile”.

Nella prima sezione, il Prof. Arch. Ezio Godoli, dopo un inquadramento storico-politico sulla presenza Italiana nel Dodecaneso e sugli avvenimenti politici e sociali più salienti verificatisi durante l’occupazione Italiana del Dodecaneso, avvenimenti necessari per l’interpretazione della genesi e delle trasformazioni successive delle architetture Italiane nelle isole del Dodecaneso, ha concentrato l’attenzione sulle figure degli Architetti che maggiormente hanno contribuito alla loro realizzazione: Rodolfo Petracco, Armando Bernabiti, Florestano di Fausto, Pietro Lombardi. Attraverso studi archivistici, svolti da lui e collaboratori nell’ambito di programmi di ricerca finanziati dalla Comunità Europea, presso gli archivi di Rodi e di vari ministeri Italiani, è stato possibile ricostruire le carriere di questi architetti del regime fascista fin dai loro studi universitari e i successivi incarichi professionali e trasferimenti a loro imposti dal regime fascista vigente in Italia, in paesi occupati del mediterraneo .

Una trattazione analoga, che ha analizzato con altrettanta chiarezza l’importanza dell’architettura coloniale italiana in Dodecaneso e i fatti storico-sociali in cui sono maturate, è stata quella dell’Arch. Efi Anagnostidou, dell’Amm.ne  Comunale di Kos, la quale ha curato anche una mostra dei progetti degli Architetti Italiani che hanno operato nell’isola di Kos. Le relazioni esposte dai sopraccitati studiosi saranno tradotte e pubblicate sulla stampa locale, considerato l’acceso dibattito sollevato recentemente sul tema in Dodecaneso.

Nella stessa sessione la Prof.ssa Avramidou ha esposto aspetti dell’architettura italiana connessi prevalentemente alle tecnologie di realizzazione, al degrado attuale e al loro recupero, mentre il Prof. Marco Jodice dell’Università di Firenze e l’Arch. Benedetta Maio hanno esposto uno studio mirato a quantificare con strumenti innovativi – come il Project financing il Dimensionamento del Budget – tempi e costi di recupero e rivalorizzazione degli edifici coloniali Italiani di Rodi, di proprietà sia pubblica che privata.

Unanime è stato l’ interesse dei partecipanti per i rischi del patrimonio coloniale nel mondo ed  in particolare per quello italiano del secolo passato (1912-43) che hanno avuto osservare da vicino, patrimonio che in gran parte è oggi tutelato dalla normativa Greca con decreti Presidenziali. Dal punto di vista tecnologico, il problema della corrosione avanzata delle armature metalliche incorporate nelle murature portanti, che investe in modo drammatico la totalità degli edifici coloniali italiani, è stato discusso vivacemente dai partecipanti ed è stato proposto di organizzare un meeting specifico riguardante l’individuazione delle soluzioni tecniche più idonee ad affrontarlo.

Nella sessione della cultura intangibile, di particolare interesse sono stati lo studio sul valore sociale del patrimonio culturale esposto dalla Preside dell’ Università dell’ Egeo del Dodecaneso (settore pedagogico) Dot.ssa Chrisi Vitsilaki,  e quello di uno  studio interdisciplinare volto al recupero dell’ area abitativa dimessa rodiese denominata Kritikà, il quale è stato coadiuvato anche da una mostra di disegni e composizioni varie degli studenti e dei ragazzi delle scuole sperimentali di Rodi. In questo programma hanno collaborato docenti del settore delle Scienze Sociali dell’Università dell’Egeo, con responsabile la Prof.ssa Persa Fochiali (Economia dell’ Istruzione) e docenti del settore dell’Educazione Estetica, con responsabile la Prof.ssa Maria Savaidou Kampouropoulou (Educazione Artistica ed Apprendimento Creativo).

Durante lo svolgimento del congresso sono stati premiati giovani ricercatori di vari paesi che hanno presentato al congresso studi apprezzati per la loro originalità e concretezza. Tra questi, si cita per gli aspetti innovativi la ricerca svolta dall’ Architetto Fani Reisi, in cui il fattore degrado è divenuto strumento di recupero, con riferimento al ricco patrimonio di architetture tradizionali dell’isola di Kalymnos. I premi sono stati consegnati dall’Ing. Rea Tassiou, vice presidente della società Ellenica per l’energia Eolica, in una cerimonia che si è tenuta dopo un suggestivo recital di chitarra classica eseguito dal noto artista Greco, Sig. Giakoumakis nel teatro del centro culturale del comune del Dikaiou di Kos.

Tra le conclusioni del congresso che sono scaturite dalla discussione finale, nella quale ha preso parte anche il Sovrintendente onorario alle Antichità Bizantine del Dodecaneso, dott. Elias Kollias, ed in seguito alle osservazioni presentate in forma scritta dai congressisti al presidente del congresso Prof. Nina Avramidou, è risultato che la vulnerabilità del patrimonio architettonico del 20° secolo è dovuta per lo più al fattore umano (incuranza, ignoranza,interventi errati, vandalismi, conflitti di guerra, ecc.). E’ stata segnalata inoltre l’esigenza di partecipazione e sensibilizzazione dei cittadini tutti e specialmente dei giovani, iniziando dalla scuola di istruzione primaria. Un forte fattore di rischio è connesso alla gestione inadatta del patrimonio culturale da parte degli enti di tutela nazionali e locali, che va invece affrontata con strumenti scientifici attuali e con programmazione gestionale su medio e macroscala.

Non sono mancati momenti di gioiosa ospitalità e di viva cordialità tra i partecipanti greci e stranieri, in due cene ufficiali offerte rispettivamente dal Ministro dell’Egeo, Dr Aristotele Pavlidis e dai Sindaci dei comuni limitrofi di kos.

Alla realizzazione del congresso hanno contribuito finanziarmene La Prefettura del Dodecaneso, il comune di Kos, l’Ordine degli Architetti ed Ingegneri del Dodecaneso ed in particolar modo la sezione di Kos, l’ Istituto Archeologico dell’ Egeo e il CICOP Italia e CICOP Campagna, l’Onorevole Sig.ra Natel Kypriotou. Gli atti del congresso saranno pubblicati entro l’anno da uno studio di grafica di Atene, a cura delle due principali organizzatrici del Congresso la Prof.ssa Nina Avramidou, e la Dott.ssa Aghelikì Giannikourì, con l’appoggio finanziario della Cooperativa Costruttori di Modena (Italia).

Nina Avramidou                               Aghelikì Giannikourì